La lotta per le investiture
Quando fu eletto papa Gregorio VII, egli scrisse il “Dictatus Papae”, una legge in cui si diceva che il papa è superiore a tutti, anche all’imperatore (1075).
Allora il nuovo imperatore, Enrico IV, riunì i vescovi tedeschi nella città di Worms e decise che papa Gregorio VII dovesse lasciare il suo posto.
Il papa allora scomunicò Enrico IV. Iniziò così una lunga lotta tra il papa e l’imperatore che continuò con i loro successori ed è chiamata “lotta per le investiture”, perchè entrambi volevano il diritto di nominare i vescovi – conti, cioè di dare loro l’investitura.
Quando Enrico VI fu scomunicato dal papa, molti nobili si ribellarono; allora egli fu costretto a chiedere perdono al papa. Scese in Italia e si fece ospitare dalla contessa Matilde nel castello di Canossa. Qui dovette aspettare tre giorni fuori dalle mura, inginocchiato nella neve, che il papa arrivasse e in questo modo ottenne il perdono.
Poco tempo dopo però l’imperatore andò a Roma, imprigionò il papa nella fortezza di castel sant’Angelo e nominò un antipapa, cioè un nuovo papa, dal quale si fece nuovamente incoronare.
Nel 1122 papa e imperatore firmarono il Concordato di Worms, un patto che stabiliva che:
- in Italia il papa nominava i vescovi e poi l’imperatore assegnava loro i feudi
- in germania l’imperatore sceglieva le persone più fidate e consegnava loro i feudi e poi il papa le nominava vescovi.