La crisi della Chiesa nel Cinquecento
Già dall’inizio del Cinquecento la Chiesa era in crisi per varie cause:
- il clero e i papi si occupavano dei propri interessi personali e cercavano di aumentare sempre più le proprie ricchezze. Molti fedeli e monaci si lamentavano di questo comportamento. Girolamo Savonarola, un frate domenicano, predicava a Firenze contro la corruzione della Chiesa. All’inizio venne ascoltato dal popolo, ma in seguito fu scomunicato dal papa Alessandro VI e fu bruciato sul rogo come eretico
- all’interno della Chiesa nasceva l’idea che il Concilio, cioè l’assemblea dei vescovi, fosse più importante del papa
- il papa aveva perso importanza a causa della nascita degli Stati nazionali.
In tutti gli Stati dell’Europa, la Chiesa possedeva grandi ricchezze e pretendeva che le fossero donate anche grandi quantità di denaro. Per questo motivo gli Stati erano scontenti.
Nel 1515 papa Leone X, per pagare la costruzione della basilica di San Pietro a Roma, decise di vendere le indulgenze in tutta la Germania. L’ indulgenza è il perdono dei peccati, perciò chi riceveva l’indulgenza era sicuro, dopo la morte, di andare in paradiso.
I predicatori facevano credere al popolo che non servivano la fede e le buone opere, bastava pagare per ottenere il perdono. Molti fedeli si ribellarono a questa vendita e tra essi c’era il monaco Martin Lutero.