Lo stalinismo
A differenza delle altre dittature europee, lo stalinismo non si appoggia ad un partito di destra, bensì ad un partito di sinistra: il Partito comunista russo.
Quando Lenin morì, iniziò una lotta per la successione tra Trotzkij e Stalin. Con grande abilità però Stalin riuscì a far esiliare Trotzkij, che si rifugiò in Messico, e lo fece assassinare. In seguito Stalin si liberò di tutti gli altri avversari e instaurò in Russia una spietata dittatura.
La politica economica
Stalin voleva trasformare la Russia in una grande potenza industriale, perciò fece in modo che lo Stato controllasse rigidamente tutti i settori economici e che l’industria fosse privilegiata rispetto all’agricoltura.
- A partire dal 1928 egli varò dei piani quinquennali con obiettivi economici che dovevano essere raggiunti in 5 anni.
- Collettivizzò tutte le terre e creò i kolchoz, fattorie statali in cui tutto, dai campi alle macchine agricole, era di proprietà dello Stato. Anche i prodotti dovevano essere consegnati nella quantità e al prezzo stabilito dallo Stato. Accanto ai kolchoz furono creati anche i sovkhoz, aziende statali in cui i contadini lavoravano come gli operai percependo un salario.
- I kulaki che si ribellarono alla collettivizzazione furono arrestati, fucilati o deportati nei gulag, campi di lavoro forzato.
- Furono privilegiate le industrie pesanti ( siderurgica, metallurgica, meccanica) a scapito di quelle leggere (alimenti, abiti, utensili)
- gli operai dovevano seguire ritmi massacranti ed erano sottoposti ad una disciplina di ferro, ma Stalin premiava i migliori con un salario maggiore e li lodava come eroi del lavoro.
La collettivizzazione delle terre non diede i risultati sperati e all’inizio si ebbe, anzi, una spaventosa carestia.
In dieci anni l’URSS divenne una grande potenza industriale, anche se, privilegiando l’industria pesante, per i cittadini scarseggiavano i beni di prima necessità.
Risultati importanti furono conseguiti in campo sociale: assistenza sanitaria, istruzione, borse di studio per gli studenti meritevoli.
Lo sviluppo dell’URSS però avveniva in un regime di terrore poliziesco.
La dittatura di Stalin
il regime di Stalin era totalitario, basato cioè su:
- controllo del Partito
- eliminazione degli oppositori
- propaganda
- rigida censura di stampa, cinema, arte, letteratura
Chi non condivideva le idee di Stalin era considerato nemico del popolo e mandato nei gulag.
Nel 1934 iniziarono le epurazioni, o grandi purghe, che colpirono anche collaboratori, amministratori, ufficiali dell’esercito, intellettuali, scienziati. Essi, nel numero di 7-8 milioni, furono fucilati o deportati nei gulag.
Stalin con la propaganda impose il culto della sua persona e si faceva chiamare padre e guida infallibile. Anche all’estero, chi vedeva i grandi progressi della Russia, senza conoscerne i tremendi retroscena, guardava a Stalin con ammirazione.
In politica estera, per arginare fascismo e nazismo, movimenti di estrema destra anticomunisti, Stalin si riavvicinò alle democrazie occidentali e, nel 1934, entrò nella Società delle Nazioni.