Risorgimento

Il Risorgimento è il periodo in cui in Italia si combatte per la creazione di uno Stato indipendente del dominio straniero.

Nel 1848 Venezia e Milano si ribellano agli austriaci. A Venezia si forma una repubblica. Milano, dopo aver resistito 5 giornate, chiede aiuto al Piemonte.

I guerra d’indipendenza (1848 – 1849)

Il re del Piemonte, Carlo Alberto, nel 1848 accetta l’invito dei milanesi e dichiara guerra all’Austria, sperando di ampliare i territori nel nord Italia. Si uniscono a lui gli eserciti di papa Pio IX, del duca di Toscana e del sovrano del Regno delle Due Sicilie. Dopo i primi scontri gli alleati si ritirano.

Carlo Alberto, rimasto solo contro l’Austria, viene sconfitto a Custoza e chiede un armistizio. Nel 1849 riprende la guerra, ma ancora una volta l’esercito del re Carlo Alberto viene battuto a Novara e il re deve abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II. Finisce così la I guerra d’indipendenza.

II guerra d’indipendenza (1859)

Cavour, primo ministro del Piemonte, partecipa alla guerra in Crimea per cercare un alleato tra le potenze europee che possa aiutarlo contro l’Austria.

Napoleone III, imperatore di Francia, accetta di aiutarlo, a patto che l’Austria attacchi per prima.
Cavour allora per provocare il nemico dispone l’esercito sul confine.
L’Austria chiede al Piemonte di ritirare le truppe e, ricevendo un rifiuto, dichiara guerra.
Come previsto Napoleone III scende in aiuto del Piemonte e l’esercito austriaco è sconfitto a S.Martino e Solferino.

Proprio mentre il Piemonte sta vincendo, Napoleone III si ritira e chiede l’armistizio a Villafranca: egli teme che il Piemonte si espanda anche nell’Italia centrale; inoltre i francesi protestano e non approvano la guerra.

L’armistizio di Villafranca stabilisce che: 1) il Piemonte ottiene la Lombardia; 2) la Francia ottenga Nizza e la Savoia.
Finisce la II guerra d’Indipendenza.

Nel 1860 in Toscana ed Emilia sono indetti dei plebisciti e il popolo chiede l’annessione al Piemonte.

L’impresa dei Mille

Nel 1860, Garibaldi decide di liberare il sud con l’aiuto di un migliaio di volontari.
Garibaldi salpò da un porto presso Genova e sbarca a Marsala, in Sicilia. In breve occupa Palermo poi passa lo stretto di Messina e si dirige verso Napoli, costringendo il re a scappare

Intanto in Sicilia le masse dei contadini insorgono chiedendo la distribuzione delle terre di proprietà dei nobili. Le rivolte però sono represse nel sangue.

Le notizie dei successi di Garibaldi giungono in Piemonte: Cavour per evitare che le “giubbe rosse” di Garibaldi si avvicinino a Roma chiede al re Vittorio Emanuele II di intervenire.

Vittorio Emanuele II scende con l’esercito verso sud occupando al passaggio Marche ed Umbria.
A Teano il re incontra Garibaldi, il quale gli affida tutte le terre conquistate.

Il 17 marzo 1861 viene proclamato il Regno d’Italia, il primo re è Vittorio Emanuele II.

La terza guerra d’indipendenza ( 1866)

Nel 1866 la Prussia chiede aiuto all’Italia nella guerra contro l’Austria. L’Italia accetta e l’Austria viene battuta. L’Italia a seguito della vittoria ottiene il Veneto.

La questione romana (1870)

L’Italia vuole avere come capitale Roma, ma il papa non è disposto a cedere i suoi territori e ha un forte alleato: la Francia. Nel 1870 però la Francia viene sconfitta duramente dalla Prussia e non è più in grado di proteggere il papa.

Nel 1870 i bersaglieri italiani si aprono una breccia a Porta Pia e entrano nella città. Ora Roma può diventare la capitale del regno.
Il parlamento italiano vota la legge delle Guarentigie ( garanzie ) con la quale:

  1. al papa viene lasciato il possesso della Città del Vaticano.
  2. lo Stato italiano versa annualmente alla Chiesa una notevole somma di denaro per il mantenimento della corte papale.

Papa Pio IX però rifiuta, scomunica re, ministri e parlamentari e vieta ai cattolici italiani di partecipare alla vita politica.

Per completare l’Italia che conosciamo adesso mancano Trentino – Alto Adige e Trieste.

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